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Film, visioni e appunti di cinema


Festa del Cinema di Roma: The Whispering Star di Sion Sono (Selezione Ufficiale)

Pubblicato da vittorio.zenardi su 20 Ottobre 2015, 14:25pm

Tags: #FESTA CINEMA ROMA, #FESTIVAL, #RECENSIONI

Festa del Cinema di Roma: The Whispering Star di Sion Sono (Selezione Ufficiale)

SINOSSI: L'umanità si è ridotta drasticamente, l'80% della popolazione è composta da robot e gli umani sono una specie in via d'estinzione. Machine ID 722 è un'androide, a bordo della Rental Spaceship Z. Con il computer di bordo viaggia da un sistema solare all'altro, consegnando pacchi agli umani.


RECENSIONE: The Whispering Star, traduzione letterale per il mercato internazionale del titolo originale, ひそひそ星, “Hiso hiso boshi” approda alla Festa del Cinema di Roma, nella Selezione Ufficiale, dopo la presentazione in anteprima mondiale a Toronto.
Sion Sono, contro ogni tentativo di rimozione effettuato dai media e governo Giapponese, fissa ancora una volta il suo sguardo su Fukushima e l’immane disastro del 2011.
Lo fa con gli strumenti che gli sono più congeniali: quelli dell’arte.
Compone con struggente poesia delle tavole di un glaciale bianco e nero dove l’umanità, ormai ridotta a brandello, prova a ricordarsi di sé tramite “emozioni” che sembravano perdute.
I pacchi, diventano così il pretesto per parlarci di relazioni umane sfilacciate, difficili, ma unica vera ancora di salvezza.
Il sentimento di un ricordo, di un legame, riporta alla mente un “senso” che sembrava perduto.
La navicella vaga nell’universo, lo spazio-tempo dilatato ne ritarda le consegne, alcuni destinatari sono morti in attesa di quei pacchi che impiegano un decennio per arrivare a destinazione.
Quando Yoko, l’androide ID 722, arriva sulla stella dei sussurri, A Whispering Star appunto, la maestria visiva di Sion Sono raggiunge l’apice.
In questo pianeta, abitato esclusivamente da umani, ogni rumore superiore a 30 decibel può uccidere gli abitanti. Bisbigli e sussurri ce l’introducono sonoramente, mentre uno straordinario gioco di ombre cinesi ce lo mostra.
Yoko, in punta di piedi percorre un corridoio, consegna il pacco ad una sagoma femminile e per un attimo sembra capire l’importanza della sua missione.
Lei, unica in grado di collegare le persone fra di loro.
Il nostro mondo non c’è più, o forse non c’è mai stato.
Una visione pura senza compromessi, un’opera che all’inizio può anche irritare per la scansione ripetitiva e monotona di giorni sempre uguali.
Sion Sono gioca proprio con la concezione del tempo, pare stremarci.
Poi però ci prende, ci solleva e ci indica la direzione.Verso il nostro cuore.

Vittorio Zenardi

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