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Film, visioni e appunti di cinema


Life: la recensione

Pubblicato da vittorio.zenardi su 6 Ottobre 2015, 15:54pm

Tags: #IN SALA, #CINEMA

Life: la recensione

SINOSSI: Il film è tratto dalla storia vera dell’amicizia nata tra il fotografo della Magnum Dennis Stock (Pattinson) e l’attore James Dean (DeHaan), quando nel 1955 la rivista Life commissionò a Stock un servizio fotografico sull’attore.
Stock aveva 26 anni quando nel suo mondo chiuso e tradizionalista arrivò l’attore emergente James Dean, uno spirito libero che avrebbe trasformato la cultura popolare, segnando il passaggio dalla cravatta ai jeans, dai divi della celluloide agli idoli delle ragazzine. Il servizio per la rivista Life portò i due giovani a intraprendere insieme un viaggio fotografico attraverso gli Stati Uniti – da Los Angeles a New York fino in Indiana – che avrebbe cambiato per sempre la vita di Stock e prodotto alcune delle immagini iconiche dell’epoca.

RECENSIONE: Anton Corbijn fotografo e cineasta olandese postosi all'attenzione con Control (2007) sul leader dei Joy Division Ian Curtis, realizza un'opera densa di atmosfere malinconiche ed intense.
Presentato come evento speciale all’ultima Berlinale, Life ripercorre con estrema fedeltà la folgorante ascesa di uno dei più talentuosi attori della storia del cinema.
Divenuto emblema della ribellione giovanile grazie a La valle dell'Eden, Gioventù bruciata e Il gigante, tutti girati nel 1955, James “Jimmy” Dean ci viene mostrato in tutta la sua sensibile fragilità.
Corbijn punta tutto sulla rappresentazione di quel corpo "caro agli Dei" che si fa simbolo di quella discrasia fra il divo e l'uomo. Riprende il nascere dell'uno e lo scollamento dell'altro.
Per far questo la macchina da presa ci restituisce la materialità di quel volto entrato a far parte del mito, indugia sulla profondità dello sguardo, sulla cadenza di passi trascinati.
L'immagine cinetica rimanda di riflesso all'immagine fotografica in un gioco di specchi dove la finzione mima il reale.
La splendida interpretazione di DeHaan, che conferisce credibilità all'intero film, denota uno studio approfondito del personaggio, che ne esce perfettamente delineato.
Un'ottima prova anche per Pattinson, a suo agio nel ruolo dell'ambizioso fotografo e nel duettare con il collega protagonista.
La luce, che passa dai toni crepuscolari degli interni dei locali, al bianco asettico dell'Indiana é perfettamente calibrata, merito dell'ottima fotografia firmata da Charlotte Bruus Christensen, già apprezzata ne Il sospetto (2012) di Thomas Vinterberg, brava a trovare il giusto equilibrio cromatico.
Il 30 settembre 1955, intorno alle 6 del pomeriggio, una Ford Tudor nera taglia la strada a una Porsche Spyder 550. Alla guida di quest'ultima è seduto James Dean che non sopravvive all'incidente.
A soli 24 anni ci lascia così, una delle figure più carismatiche e affascinanti del cinema mondiale. Life, ne è un degno tributo, un'opera importante per ricordarlo e farlo conoscere alle nuove generazioni.
Dall’8 ottobre, ovvero a una settimana dal sessantesimo anniversario, nelle sale italiane.

Vittorio Zenardi

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