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Cinemacorsaro

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Film, visioni e appunti di cinema


SEGNI: storie di dolore nella fase di rinascita

Pubblicato da vittorio.zenardi su 4 Ottobre 2015, 13:22pm

Tags: #ATTUALITA', #CINEMA

SEGNI: storie di dolore nella fase di rinascita

P R E M E S S A

In Italia una donna su otto viene colpita dal cancro al seno, seconda causa di morte per cancro e prima causa di mortalità per tumore nelle donne, un'incidenza tra le più alte in Europa. Ad oggi si stima che le donne che hanno avuto una diagnosi di cancro al seno siano oltre 522 mila. Si tratta quindi di una vera e propria emergenza. L’esperienza dell’incontro con la malattia oncologica segna uno spartiacque profondo nella vita di una donna: cambiano le prospettive, il senso del tempo, le relazioni, i valori e le priorità. Avere il cancro comporta conseguenze, non soltanto a livello fisico, come tossicità, dolore, stanchezza, cicatrici, malattie e tumori secondari, limitazioni funzionali, ma anche a livello emotivo e psicologico, preoccupazioni relative ad una possibile ricaduta e all’insorgenza di un nuovo tumore, disturbi dell’umore, della sfera relazionale e sessuale, disturbi cognitivi, problemi lavorativi e sociali, consapevolezza dell’incertezza del futuro e del limite della vita. Lo stile di vita svolge quindi una funzione importante perché incide sulla progressione del cancro: molte donne, infatti, sviluppano depressione, problemi di ansia e stress prolungato nei primi due anni di malattia. È quanto emerge da una ricerca finanziata dal Ministero della Salute e presentata nel convegno! Stile di vita come fattore di rischio nella progressione del tumore al seno! Alcuni tipi di stress psicologico sono infatti considerati responsabili di concorrere alla suscettibilità tumorale e alle ricadute.

È quindi fondamentale convincere e aiutare le pazienti a prendersi cura del proprio benessere psicofisico e a condurre uno stile di vita sano.

IL CORTOMETRAGGIO

L’idea di Segni, nasce dalla voglia di raccontare delle storie di dolore nella fase di “rinascita”. Protagoniste del delicato racconto sono tre donne (Donatella Gimigliano, Monica Periccioli e Arianna Stabile), una narratrice e un’artista del mondo della musica.

La narratrice (Rita Dalla Chiesa), è colei che raccoglie la testimonianza di tre donne coraggiose, che hanno affrontato la violenza psicofisica del tumore al seno, il tutto con le musiche e le incursioni della cantante (Fiordaliso). Attraverso i loro racconti, in chiave di conversazione/confessione, scopriamo quello che le donne raramente dicono: il percorso che hanno dovuto affrontare (o che stanno affrontando), spesso da sole, per superare la dirompente violenza che il cancro esercita sul loro corpo, sulla loro mente e sulla loro vita. Cinque i punti cardine: combattere il male per riappropriarsi del proprio corpo e dell'equilibrio psichico, dei rapporti interpersonali (che spesso vengono meno), col resto della società e col mondo del lavoro. Riappropriarsi anche dei piccoli gesti quotidiani che fanno parte del mondo femminile, come truccarsi, scegliere un bel vestito per uscire, sistemarsi i capelli. Riprendere consapevolezza della propria femminilità, della bellezza che fa parte di ogni donna. Il simbolo che accompagna le nostre quattro protagoniste nei loro racconti è il fiore di camomilla. La camomilla rappresenta la forza e il coraggio nei momenti difficili, ma viene anche utilizzata in natura con un nobile scopo: travasandola accanto a piante malate, ha il potere di rinvigorirle. Il cortometraggio si chiude con un'immagine allegra e serena: le donne protagoniste e la narratrice stringono in mano ognuna dei mazzolini di camomilla, e decidono di offrirli a noi, come gesto di forza e solidarietà per chiunque ne avesse bisogno.

L A R E G I A

A G N E S E R I Z Z E L L O

Agnese Rizzello nasce a Nardò, (LE) il 17.07.84. Nel 2009 consegue una laurea di primo livello in Scienze e tecnologie delle arti figurative della musica dello spettacolo e della moda presso L'università di Siena. Nel 2010 inizia a lavorare come aiuto regista sul set del film “Dreamland” di Sandro Ravagnani. Negli anni successivi si forma anche come aiuto regia nel settore televisivo firmando come autrice un programma di informazione medico-scientifica “Medeor” in onda su SKY.

Nel 2013 è aiuto regista nel film “L'aquilone di Claudio” regia di Antonio Centomani. Nel luglio 2014 scrive e firma la regia della sua opera prima “Dolce attesa” selezionato al Los Angeles Film Fest che tratta la delicata tematica delle adozioni. Ha deciso di dedicare gran parte dei suoi progetti a tematiche sociali.

Tumore al seno e l’importanza del Well-being

L’Associazione Beautiful After Breast Cancer Italia onlus

Nonostante i grandi progressi, le statistiche parlano chiaro: il tumore della mammella costituisce una delle neoplasie più frequenti nella popolazione giovanile: si calcola che circa una donna su 9 ne sia colpita. Inoltre, coinvolge donne in età spesso anche molto giovanile.

L’esperienza dell’incontro con la malattia oncologica segna uno spartiacque profondo nella vita di una donna: cambiano le prospettive, il senso del tempo, le relazioni, i valori e le priorità. Avere il cancro comporta conseguenze, non soltanto a livello fisico, come tossicità, dolore, stanchezza, cicatrici, malattie e tumori secondari, limitazioni funzionali, ma anche a livello emotivo e psicologico, preoccupazioni relative ad una possibile ricaduta e all’insorgenza di un nuovo tumore, disturbi dell’umore, della sfera relazionale e sessuale, disturbi cognitivi, problemi lavorativi e sociali, consapevolezza dell’incertezza del futuro e del limite della vita.

La cura delle neoplasie mammarie, per quanto oggi offra grandi possibilità di guarigione, lascia quindi sul corpo della donna che ne è colpita segni importanti che, spesso, oltre che l’immagine corporea, arrivano a minare il senso di femminilità della donna stessa.

Nonostante la ricerca scientifica e la diagnosi precoce, che hanno portato alla diffusione di interventi sempre meno demolitivi, restano comunque numerose le donne che devono subire una asportazione totale della mammella. Tra queste solo il 20-25% prendono in considerazione la possibilità di sottoporsi ad una ricostruzione mammaria.

Ciò è dovuto soprattutto alla scarsità di informazioni relative alle opzioni ricostruttive, in primis tra gli operatori sanitari, ma anche tra i media e tra le donne in genere, che spesso spaventate dalla malattia accantonano l’idea della ricostruzione per paura che questa possa inficiare la cura della malattia stessa. Numerosi studi effettuati hanno invece evidenziato come, per quanto l’intervento ricostruttivo non sia strettamente indispensabile per la cura della malattia, migliori sensibilmente la qualità di vita della paziente che vi si sottopone. Ciò, associato soprattutto all’età spesso precoce delle donne coinvolte, assume particolare importanza per poter permettere alle donne un ritorno alla quotidianità e alla vita affettiva.

La Fondazione Beautiful After Breast Cancer, fondata nel 2011 dal celebre chirurgo plastico belga Phillip Blondeel e presieduta in Italia dal primario dell’Unità di chirurgia Plastica e Ricostruttiva del Policlinio Gemelli, Dott.ssa Marzia Salgarello, è un’organizzazione internazionale multidisciplinare il cui obiettivo è aiutare le pazienti che hanno avuto diagnosi di tumore al seno a ricostruire la propria esistenza. Il punto di partenza della onlus è il desiderio di ogni paziente di una vita piena e felice con una recuperata immagine corporea anche dopo i trattamenti per un cancro al seno. Lo stile di vita svolge una funzione importante, perché incide sulla progressione del cancro: molte donne, infatti, sviluppano depressione, problemi di ansia e stress prolungato nei primi due anni di malattia, è quanto emerge da una ricerca finanziata dal Ministero della Salute e presentata nel convegno "Stile di vita come fattore di rischio nella progressione del tumore al seno". Alcuni tipi di stress psicologico sono infatti considerati responsabili di concorrere alla suscettibilità tumorale e alle ricadute.

E’ quindi fondamentale convincere e aiutare le pazienti a prendersi cura del proprio benessere psicofisico e a condurre uno stile di vita sano.

La Onlus, inoltre, si dedica alla divulgazione di informazioni riguardo al tumore al seno ed alla ricostruzione mammaria.

Oltre a questo, desiderio dell’associazione è quello di trasmettere al personale medico ed ai chirurghi l'importanza della ricostruzione mammaria e del benessere dopo una diagnosi di tumore, e di promuovere la ricerca scientifica e la formazione per migliorare le tecniche ricostruttive disponibili.

La Fondazione Beautiful After Breast Cancer Onlus è, inoltre, in prima linea nel promuovere la celebrazione del BRA Day, Breast Reconstruction Awareness – Giornata internazionale per la Consapevolezza sulla Ricostruzione Mammaria che si svolge ogni anno (prossima data 21 ottobre 2015), in tutto il mondo e in molte città d’Italia.

L’obiettivo del Bra Day è appunto l’informazione tra gli operatori sanitari, i media e soprattutto alle donne tutte che la ricostruzione della mammella non solo è fattibile nella maggior parte dei casi, ma è essa stessa parte della cura della neoplasia della mammella.

L’onlus BEAUTIFUL ABC sostiene il BRA Day in Belgio, Italia, Irlanda, Germania, Turchia, Svizzera, Canada (www.beautifulabc.it - www.beautifulabc.com). Il sito del BRA Day: www.bra-day.com.


V. Z.

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